Produttori di bioplastiche, di bevande analcoliche, di imballaggi e Zero Waste Europe hanno commentato l'orientamento dei ministri dell'Ambiente sul Regolamento Imballaggi. 19 dicembre 2023 08:50
L'approvazione della posizione negoziale, da parte del
Consiglio UE (
leggi articolo), sul nuovo Regolamento imballaggi e rifiuti da imballaggio, con termini che differiscono in alcuni punti chiave sia dalla proposta originaria della
Commissione europea, sia dalla versione emendata dal
Parlamento, è stata accolta in modo diverso dalle associazioni ambientaliste e industriali.
EUROPEAN BIOPLASTICS. Molto
critica l'associazione dei produttori europei di bioplastiche, che ritiene un'
occasione mancata lo sminuito riconoscimento riservato alle compostabili, la cui obbligatorietà d'uso è stata limitata a due soli prodotti: bustine da tè ed etichette adesive apposte su frutta e verdura, pur con possibilità data agli stati membri di estenderne l'uso anche altri imballaggi, come le cialde per il caffé o i sacchetti ultraleggeri. "Si tratta di un
approccio debole - sostiene
Roberto Ferrigno, responsabile degli affari europei presso European Bioplastics -, che riconosce a malapena il valore di un numero molto limitato di applicazioni compostabili e ostacola lo sviluppo di soluzioni innovative a base biologica. Il disaccordo tra i governi e le deroghe su diverse misure chave si tradurranno in un’ulteriore
frammentazione del
mercato interno”. L'associazione - così come il Governo Italiano - sostiene quindi la versione uscita dal parlamento UE.
IK. L'associazione dei produttori tedeschi di
imballaggi in plastica, IK Industrievereinigung Kunststoffverpackungen, denuncia apertamente la
discriminazione della
plastica a favore di
carta e
cartone, oggetto di importanti esenzioni. “É un passo indietro per l’economia circolare, che porta a un mosaico di norme diverse a livello europeo”, osserva critico
Martin Engelmann, direttore dell'associazione. Se implementata, la versione approvata dal Consiglio UE "porterebbe a
più rifiuti di imballaggio,
meno imballaggi riciclabili e maggiori ostacoli per lo scambio di merci imballate nel mercato interno UE".
Criticato dall'associazione anche il passo indietro su imballaggi monouso per consumo sul posto nei ristoranti e sull'imballo di
frutta e verdura nella vendita al dettaglio, poiché non comporterebbe una riduzione dei rifiuti da imballaggio, ma solo il passaggio dalla plastica alla carta. Non piace neanche il posticipo al
2035 sull'adozione dei requisiti di
riciclabilità su larga scala. Infine, IK è preoccupata per i requisiti relativi all'uso del materiale
riciclato negli
imballaggi alimentari, il cui adempimento va oltre il controllo di produttori e distributori. "Non è ancora del tutto chiaro - afferma l'associazione - da dove potranno arrivare, a partire dal 2030, i materiali rigenerati necessari per gli imballaggi sensibili al contatto, poiché mancano le approvazioni per il
riciclo meccanico e gli investimenti nel
riciclo chimico".
UNESDA. L'associazione che rappresenta l'industria europea delle
bevande analcoliche, apprezza - della posizione negoziale - due punti e ne critica tre. Pollice su per l'istituzione del deposito cauzionale (
DRS), che era stato depotenziato dal Parlamento UE, e per il riconoscimento dato alla
ricarica come strumento per sostenere il riutilizzo dei contenitori.
Non piacciono, invece, la
soglia più bassa di raccolta differenziata (78%, contro il 90% della proposta iniziale e l'85% fissato dal Parlamento) che
esonera dall'implementazione del
DRS, il mancato
accesso prioritario al materiale
riciclato di qualità alimentare da parte dell'industria delle bevande (come nel caso del bottle-to-bottle) e l'assenza di complementarietà tra riutilizzo e riciclo, attraverso esenzioni mirate.
FLEXIBLE PACKAGING EUROPE (FPE). I produttori di imballaggi flessibili accolgono con favore i miglioramenti in tema di requisiti di
riciclabilità, soprattutto per le
nuove scadenze, ma non la possibilità di posticipare il raggiungimento degli obiettivi di riciclo fissati al 2030, poiché lancerebbe un
messaggio contraddittorio al mercato, rallentando gli investimenti verso la circolarità. Un altro aspetto viene criticato da FPE: mentre la Commissione riconosce l’importanza di ridurre al minimo gli imballaggi, il Consiglio scoraggia di fatto il passaggio a materiali da imballaggio
più leggeri al fine di raggiungere gli obiettivi di prevenzione dei rifiuti. Criticata anche la discrezionalità lasciata agli Stati membri sui requisiti di sostenibilità, che potrebbe mettere a rischio il
mercato unico. "Oltre il 50% degli alimenti è confezionato in imballaggi flessibili e la distribuzione di questi prodotti, per funzionare, deve basarsi su una legislazione UE chiara, coerente e omogenea", si legge in una nota diffusa da FPE.
ZERO WASTE EUROPE. Il testo licenziato dal Consiglio viene
promosso dall'associazione ambientalista, che lo considera sì "
annacquato" se confrontato con la posizione della Commissione, in ogni caso un
passo avanti rispetto alla versione emendata dal Parlamento UE.
Si sono poste - afferma Zero Waste Europe - solide basi per i prossimi negoziati nei triloghi.
“Apprezziamo il raggiungimento, da parte del Consiglio, di un accordo più favorevole per quanto concerne il
riutilizzo, mantenendo la maggior parte degli obiettivi per gli imballaggi da asporto, per bevande e per il trasporto - sostiene l'Associazione -. Tuttavia, a causa dell’opposizione guidata da Italia e Finlandia, la Presidenza ha dovuto concedere
ulteriori esenzioni sul riutilizzo". Zero Waste Europe apprezza l'inclusione di
formulazioni aperte negli obiettivi: "utilizzando termini come 'almeno', gli Stati membri che stanno già implementando ambiziose misure di riutilizzo non saranno obbligati a tornare agli imballaggi usa e getta”.
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