Technological watch

Ancora alti i costi per il packaging flessibile

Nonostante una flessione registrata nel primo trimestre dell'anno, i prezzi delle materie prime sono ben superiori a quelli di fine 2020. 6 giugno 2023 12:15

Siamo lontani dalle vette raggiunte l'anno scorso, ma i costi delle materie prime e dei semilavorati utilizzati nella produzione di imballaggi flessibili restano elevati, ben al di sopra dei livelli di fine 2020 (base 100%). É quanto emerge da un'analisi dell'associazione Flexible Packaging Europe (FPE), che rappresenta il settore a livello europeo.

Nel primo trimestre di quest'anno - segnala l'associazione - sono scesi i costi di tutti i materiali, con la sola eccezione del foglio di alluminio, che ha proseguito nel trend inflazionistico a causa dei maggiori costi di trasformazione, raggiungendo un incremento del +187% rispetto al quarto trimestre del 2020.

Per quanto concerne le materie plastiche, pur in discesa (fino al -12%), i prezzi dei film risultano ancora ampiamente sopra i livelli di fine 2020: il film in poliammide biorientato (BOPA) da 15 micron evidenzia un costo superiore del +147%, mentre è del +145% l'aumento per il film PET da 12 micron e del 140% quello del film BOPP da 20 micron.
I film in LDPE e HDPE hanno registrato riduzioni di prezzo nettamente inferiori, intorno al -3% e al momento mostrano rincari rispettivamente del +161% (LDPE) e +144% (HDPE) rispetto ai livelli del 2020, dopo aver toccato picchi del +201% e del +182% a metà dello scorso anno.

Diverso il discorso per la carta monopatinata da 60 gsm, che si è mantenuta stabile al +170%, quindi senza signficatve riduzioni nel trimestre.

"Le pellicole BOPP, BOPET e BOPA hanno tutte subito delle riduzioni trimestrali di circa il 10% - spiega David Buckby, analista senior di Wood Mackenzie -. I volumi degli ordinativi da parte dei trasformatori sono stati inferiori al solito perché è proseguita la tendenza a ridurre le scorte, un processo che è in fase di rallentamento a causa della domanda debole da parte dei consumatori".

Secondo il direttore esecutivo di FPE, Guido Aufdemkamp (nella foto), si tratta di buone notizie, da prendere però con cautela, poiché per quanto in lieve discesa, i prezzi dei materiali per imballaggi flessibili si attestano pur sempre a livelli altissimi se paragonati al mercato pre-covid.
"Questo calo è dovuto in parte alla riduzione delle scorte lungo tutta la filiera e in parte all’indebolimento della domanda dei consumatori finali - sottolinea Aufdemkamp -. Se l’inflazione si manterrà alta, è probabile che i consumatori restino cauti e, anche se molti economisti prevedono un calo del tasso di inflazione alla fine del 2023, c’è molta incertezza in tutti i settori di attività". "
Una buona notizia - aggiunge - è che i costi energetici sono in calo, un fatto che potrà avere ripercussioni positive sui livelli generali dei prezzi. Questi svariati fattori stanno spingendo il mercato dei materiali per imballaggi flessibili in diverse direzioni, perciò dobbiamo attendere gli sviluppi dei vari mercati finali nell’arco dell’anno”.

Flexible Packaging Europe (FPE) rappresenta gli interessi di oltre 80 piccole e medie imprese e di produttori multinazionali, che insieme occupano oltre 57.000 addetti in 350 stabilimenti europei. Le aziende associate realizzano l’85% delle vendite europee di imballaggi flessibili prodotti con vari materiali, principalmente plastica, alluminio e carta.

© Polimerica -  Riproduzione riservata

Numero di letture: 393

Publication date: 06/06/2023

Polimerica



      

This project has received funding from the Bio Based Industries Joint Undertaking under the European Union’s Horizon 2020 research and innovation programme under grant agreement No 837761.